Confucio, la sua storia!

Google dedica il Logotipo di oggi all’anniversario di nascita di Confucio, che nacque a Tsou, una borgata dello stato di Lu (odierna Chueh-li nello Shantung) nel 28 settembre 551 a.C.

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Confucio è stato un filosofo cinese. La sua speculazione filosofica ha dato origine ad una intera tradizione culturale, il Confucianesimo (Rújiā): i suoi insegnamenti hanno influenzato profondamente il pensiero e lo stile di vita cinese, coreano, giapponese e vietnamita.

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Confucio visse in Cina nel Periodo delle primavere e degli autunni, un’epoca di instabilità politica e di diffusa corruzione, dominato dalle guerre tra stati feudali.
La sua filosofia si basava sull’etica personale e politica, sulla correttezza delle relazioni sociali, sulla giustizia, sul rispetto dell’autorità familiare e gerarchica, sull’onestà e la sincerità. La difesa di questi valori gli assicurò sotto la dinastia Han (206 a.C.–220 d.C.) un ruolo preminente rispetto ad altre dottrine come il legismo (Fǎjiā) e il taoismo (Dàojiā).
Il pensiero confuciano fu introdotto in Europa dal gesuita Matteo Ricci, che fu il primo a latinizzare il nome di Kǒngfūzǐ in Confucio.
I suoi insegnamenti sono raccolti nei Dialoghi (Lùnyǔ), una raccolta di aforismi e frammenti di discorsi compilata molti anni dopo la sua morte dai suoi discepoli. Sebbene, infatti, per più di duemila anni la tradizione lo abbia ritenuto autore o curatore di tutti i Cinque Classici, gli storici moderni non ritengono di poter attribuire con certezza a Confucio nessuno scritto fra quelli che la tradizione lega al suo nome.

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Confucio era positivamente avido di progresso, triste a causa dell’infelicità del Paese e del popolo, ottimista e distaccato da tutto. In tutta la sua vita non ha mai passato un solo giorno senza studiare. Di lui si diceva che amasse talmente lo studio da dimenticarsi sovente di mangiare; che provava un tale piacere a studiare da dimenticare le preoccupazioni della vita e anche la sua stessa veneranda età.
Diceva: “Lavoro con accanimento al punto di dimenticar di mangiare, sono felice al punto di dimenticare le mie preoccupazioni e non mi sento invecchiare”. In realtà, in vita, la sorte di quest’uomo che aveva un così grande ideale, non fu per niente invidiabile. Le autorità non lo apprezzarono mai per il suo vero valore.
Dopo la sua morte, la Cina entra nell’epoca detta delle “Cento Scuole rivali”, sino la momento in cui, per servire la sua politica di unificazione nazionale, l’imperatore Liu Che, della dinastia Han occidentale (206 – 25 a.C.) accettò la proposta di Dong Zhongshu (circa 129 – circa 104 a.C.), specialista dei libri canonici, di mettere fine alla fioritura delle correnti di pensiero per tenere soltanto la Scuola confuciana. Da allora, tutti gli eruditi che seguiranno, sia “conservatori” che “riformisti”, faranno riferimento a Confucio, in funzione delle necessità delle loro differenti epoche, per ciò che avranno bisogno per sviluppare il loro confucianesimo e farne un’ideologia al servizio del loro potere politico.

Per commemorare Confucio, si sono costruiti ai quattro angoli della Cina dei templi di cui uno che si situa nella sua città natale (Qufu, nello Shandong) e che riceve tutti i giorni folle di visitatori.
Nel 1985, nel grande tempio di Confucio a Beijing, è stata fondata l’Associazione per lo studio del confucianesimo.

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